Nato a Milano, durante la seconda guerra mondiale si trasferisce sul Lago di Como. La formazione scolastica avviene presso i padri somaschi e nel Collegio Arcivescovile Alessandro Volta di Lecco.
Aldo Rossi ha studiato architettura al Politecnico di Milano, dove si è iscritto nel 1949 e si è laureato nel 1959 avendo come relatore Piero Portaluppi.
Dal 1955 ha cominciato a collaborare con la rivista di architettura "Casabella-continuità", diretta da Ernesto Nathan Rogers, come redattore. La collaborazione è terminata nel 1964 quando la rivista ha chiuso.
La pratica giornalistica continua però all'interno delle redazioni di "Società" e "Il contemporaneo", che fanno di Rossi uno dei partecipanti più attivi del fervente dibattito culturale. I primi articoli riguardano architetti come Alessandro Antonelli, Mario Ridolfi, August Perret ed Emil Kaufmann.
Si lega in matrimonio con l’attrice svizzera Sonia Gessner, che lo legherà indissolubilmente al mondo del cinema e del teatro, suoi grandi interessi sia come uomo di cultura che come padre: al cinema approderà il figlio Fausto, al teatro la figlia Vera, e nel 1973 lo stesso Rossi si cimenterà dietro la macchina da presa.
Inizia l'attività professionale presso lo studio di Ignazio Gardella nel 1956, passando poi per lo studio di Marco Zanuso. Nel 1963 inizia anche l'attività didattica: prima è assistente di Ludovico Quaroni (1963) presso la scuola di urbanistica di Arezzo, successivamente di Carlo Aymonino all'Istituto di Architettura di Venezia.
La sua attività professionale, inizialmente dedicata prevalentemente alla teoria architettonica e a piccoli interventi edilizi compie un salto di qualità quando Carlo Aymonino gli fa realizzare parte del complesso "Monte Amiata" nel quartiere Gallaratese a Milano. Nel 1971 vince il concorso di progettazione per l’ampliamento del cimitero San Cataldo a Modena che gli donerà la fama internazionale. La storia dell’architettura, Architettura contemporanea, pubblicata 5 anni più tardi da Manfredo Tafuri e Francesco Dal Co, si chiude proprio con il progetto del giovane architetto milanese.
La carriera universitaria procede: nel 1965 è nominato professore al Politecnico di Milano e l'anno seguente, nel 1966, pubblica L'architettura della città, presto divenuto un classico della letteratura architettonica. Nel 1971, dopo la sospensione dall'insegnamento insegna progettazione architettonica presso il Politecnico federale di Zurigo, cattedra che occuperà fino al 1975.
Nel frattempo dirige la sezione internazionale di architettura alla XV Triennale di Milano. Dal 1975, anno del reintegramento alla professione didattica, torna a Venezia dove è docente del corso di Composizione architettonica. Nel 1979 diventa Accademico della prestigiosa Accademia nazionale di San Luca. Intanto l'attività internazionale si fa più intensa: è Direttore del Seminario internazionale di Santiago de Compostela, insegna in diverse università degli Stati Uniti, tra cui la Cooper Union di New York e la Cornell University di Ithaca (New York) e collabora con l'Institute for Architecture and Urban Studies, viaggia in oriente (Cina e Hong Kong) e tiene conferenze in Sud America.
Nel 1981 pubblica Autobiografia scientifica, richiamo all'omonima opera di Max Planck. Nell'opera l'autore,"in discreto disordine", riporta ricordi, oggetti, luoghi, forme, appunti di letteratura, citazioni, luci e cerca di ripercorrere le cose o le impressioni, descrivere, o cercare un modo di descrivere.
Afferma egli stesso: "Pensavo, in questo libro, di analizzare i miei progetti e i miei scritti, il mio lavoro, in una sequenza continua; comprendendoli, spiegandoli e nello stesso tempo riprogettandoli. Ma ancora ho visto come, scrivendo di tutto questo, si crei un altro progetto che ha in sé qualcosa di imprevedibile e di imprevisto".
Nello stesso anno ottiene il primo premio al concorso internazionale per il progetto di un isolato, precisamente il n° 10, tra la Kochstrasse e la Friedrichstrasse a Berlino.
Nel 1983 ottiene da Paolo Portoghesi l'incarico di direttore della sezione architettura alla Biennale di Venezia, incarico che manterrà fino al 1984. L'anno successivo vince il concorso per il restauro del Teatro Carlo Felice di Genova. Negli anni seguenti cura le sue personali a Torino, Mosca, York, Londra, Madrid e a villa Farsetti per la Biennale di Venezia.
Nel 1987 vince due concorsi internazionali: uno a Parigi per la Villette l'altro a Berlino per il Deutsches Historisches Museum a Berlino.
Nel 1989 riceve l'incarico per il Teatro de las lndias da parte della Junta de Andalucia a Siviglia e continua le ricerche nel campo del design industriale per Unifor e Alessi. È proprio del 1989 la caffettiera espresso "Cupola", realizzata per Alessi, che da semplice oggetto da cucina si è trasformata in un vero complemento d'arredo.
Nel 1990 gli viene assegnato il Premio Pritzker, primo italiano a vincerlo e primo di una lunga serie di riconoscimenti. Vince l'Aia Honor Award e il premio città di Fukuoka grazie al progetto del complesso alberghiero “Il Palazzo”; il premio “Campione d'Italia nel mondo” e il premio “1991 Thomas Jefferson Medal in Architecture”. A questi prestigiosi riconoscimenti seguono le mostre al Centre Georges Pompidou di Parigi, alla Borsa di Amsterdam, alla Berlinische Galerie di Berlino e al Museo di arte contemporanea di Gand.
Nel 1996 diviene membro onorario dell'American Academy of Arts and Letters e l'anno successivo riceve il Premio speciale Cultura per il settore “Architettura e Design” della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Muore a Milano il 4 settembre 1997, a seguito di un incidente automobilistico.
Riceve postumi il premio “Torre Guinigi” per il suo contributo agli studi urbani e il Seaside Architectural Prize del Seaside Institute of Florida dove aveva realizzato una residenza unifamiliare nel 1995.
Postuma è l'aggiudicazione nel 1999 della gara (dopo aver vinto il ricorso) per la ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia inaugurato nel 2004.
Il lavoro di Aldo Rossi rappresenta un superamento delle metodologie del Movimento Moderno, appartenendo inizialmente alla corrente architettonica del Neoliberty, prima reazione al razionalismo con richiami più o meno espliciti all'Art Nouveau. Successivamente è approdato, al Post-Modern nel variato panorama Italiano di questo movimento, che in lui ha assunto una rigorosità esemplare, che taluni hanno definito Neo-Novecento.
Rossi fu uno dei più grande rinnovatori ideologici e plastici dell'architettura contemporanea, con la sua poesia metafisica ed il culto che professò nella stessa misura verso la geometria e la memoria.
(Wikipedia)