Francesco Castelli nacque a Bissone, paesino sulle rive del lago di Lugano (Cantone Ticino, Svizzera), il 27 settembre del 1599, e giunse a Roma, a dipendenza dei biografi, fra il 1614 (Baldinucci) e il 1624 (Passeri), tra i quindici e i venticinque anni. Fu ospitato da Leone Garvo suo zio, o parente da parte di madre, che lo introdusse come scalpellino nella Fabbrica di San Pietro.
Nel 1620 Leone Garvo morì e Francesco si rivolse a un altro parente, il noto architetto Carlo Maderno, che lo aiutò a crescere nella professione coinvolgendolo con mansioni di architetto in San Pietro e a Palazzo Barberini, cantieri di cui era responsabile.
Per distinguersi dagli innumerevoli artigiani di nome Castelli attivi a Roma, o forse solo per distinguersi nell’ambiente, si fece chiamare Borromini, ispirandosi ai vari soprannomi di famiglia quali Brumino e Bormino, o forse in ossequio a Carlo Borromeo, vescovo di Milano.
Nel 1629 alla morte di Carlo Maderno, Gian Lorenzo Bernini diventò architetto capo in San Pietro e nel Palazzo Barberini. Il Bernini, consapevole dell’abilità del Borromini, lo coinvolse a sua volta sfruttandone le capacità, senza però dargli il giusto merito e l’adeguato denaro, generando un attrito incolmabile e quella rivalità universalmente nota.
Nel 1634 il Borromini ricevette il suo primo incarico importante da parte dei padri Trinitari per costruire il convento e la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, conosciuto come il San Carlino. Di seguito costruì l’oratorio e il convento dei Filippini, Sant’Ivo alla Sapienza, Sant’Agnese in piazza Navona, Sant’Andrea alle Fratte e molte altre architetture. Le sue opere sono note in tutto il mondo e ogni anno migliaia di persone le visitano rimanendone stupefatte.
Il 2 agosto del 1667, affranto da infinite delusioni e da tante disperazioni, bruciò i suoi disegni, perché come soleva a dire… “erano i suoi propri figlioli: e non voler che eglino andasser mendicando la lode per lo mondo…”. Dopo un tormentoso travaglio dell’animo e nella più fitta solitudine, si tolse la vita.
Francesco Borromini è considerato il più importante architetto dell’epoca barocca e per gli storici è uno dei più grandi architetti di tutti i tempi.
(DG 2022)
ARCHITETTURE
- 1564 - 1664, Facciata e cappella dei Re Magi a palazzo Propaganda Fide
- 1632 - 1636, Colonnato prospettico e scala a spirale del palazzo Spada
- 1636, Altare Landi e altri lavori nella chiesa dei SS. Apostoli
- 1637 - 1650, Oratorio dei Filippini
- 1638 - 1641, San Carlo alle Quattro Fontane
- 1640 - 1642, Altare dell'Annunziata nella chiesa dei SS. Apostoli
- 1642, S. Ivo alla Sapienza
- 1642, Monumento Mellini
- 1643 - 1649, Lavori a Palazzo Carpegna
- 1643 - 1649, Convento e chiesa di S. Maria dei Sette Dolori (modificata)
- 1645 - 1648, Atrio e scalinata a palazzo di Spagna
- 1645 - 1650, Consulenze in palazzo Pamphili a piazza Navona
- 1646 - 1657, Porta della città verso Viterbo
- 1646 - 1649, Lavori di ampliamento a palazzo Falconieri a via Giulia
- 1653 - 1655, S. Agnese in Agone
- 1653, Sant' Andrea delle Fratte
- 1656 - 1659, Porta su via della Dogana Vecchia e Sala delle Colonne
- 1657, Restauro esterno del Battistero Lateranense
- 1658, S. Giovanni in Oleo
- 1659 - 1661, Biblioteca Alessandrina
- 1662, Cappella Spada
- 1664 - 1667, Lavori in S. Giovanni dei Fiorentini
- 1664 - 1667, Villa Falconieri
- 1881 - 1662, Lavori a palazzo Spada
«Dio è nei dettagli (God is in the details).» Ludwig Mies van der Rohe